RELAZIONE GERMANIA : FLEBO-LINFOLOGIA E POSTUROLOGIA : PUNTI DI CONTATTO

M.A.Fusco
*La moderna flebologia e linfologia si propongono come discipline che studiano la funzione e le malattie di questi due sistemi vascolari.

La necessità di tale identificazione ed approfondimento fisiopatologico, diagnostico e terapeutico, è scaturita dalla alta incidenza di tali alterazioni nella popolazione del mondo occidentale ed industrializzato.

*In Italia l’insufficienza venosa evidente colpisce circa 9 milioni di persone, 2/3 femmine ed 1/3 maschi, l’insufficienza venosa iniziale, invece, colpisce quasi la metà di tutta la popolazione, circa 25 milioni di persone, mentre i gonfiori di origine linfatica interessa circa 1/3 della popolazione generale.

L’insufficienza veno-linfatica, quindi, si manifesta come una vera e propria malattia sociale.

L’uomo, avendo assunto, nella sua evoluzione biologica, una posizione bipede ed ortostatica, ne paga lo scotto anche a livello vascolare venoso e linfatico.

*Ha sicuramente sviluppato un sistema di pompe impulso-aspirative tali da permettere la risalita del sangue venoso e della linfa lungo le gambe, in un sistema di vasi comunicanti costretti e capaci di lavorare in posizione antigravitazionale.

*Sfrutta fortemente l’alternanza del passo per attivare la pompa plantare con tutte le sue strutture. Come vedete, e sapete, è un sistema estremamente complesso e delicato, in cui ogni componente deve mantenere la sua perfetta capacità ed integrità funzionale, dall’elasticità e deformabilità delle arcate plantari, alla normale ed uniforme distribuzione della fibroelasticità fasciale, alla normale spazialità articolare, fino alla uniforme e normale distribuzione del tono e della capacità contrattile dei muscoli. Il cuore periferico è formato essenzialmente dal piede, la caviglia ed i muscoli del polpaccio, che lavorano come un’unica unità anatomo-funzionale.

*Questa venografia mostra, infatti, come la vena plantare profonda sia piena di sangue quando il piede tocca il terreno solo con la punta, si svuota completamente quando il piede è tutto poggiato a terra sotto il carico del paziente. 

*La moderna posturologia studia proprio le leggi che regolano l’ortostasi dell’uomo. Tale posizione, appunto bipede ed ortostatica, è guidata e regolata dal funzionamento di quattro esorecettori primari : 1) gli occhi, non solo come organo della vista, ma soprattutto come oculomotricità, cioè quella funzione che permette di mantenere una unicità di visione; 2) i labirinti come organi dell’equilibrio; 3) la mandibola, non solo come occlusione (rapporto tra i denti delle due arcate dentali) ed articolazione temporo-mandibolare, ma anche come funzione respiratoria e deglutitiva; 4) la pianta dei piedi.

*La Dott.ssa Fusco, uno dei caposcuola della moderna posturologia in Italia, ha approfondito in particolare lo studio delle problematiche posturali a partenza da una cattiva funzione della pianta del piede.

*E’ partita dal concetto che il mantenimento delle arcate ossee normali presenti nei piedi anche a paziente in piedi, quindi sotto il proprio peso e gravato anche dalla pressione atmosferica, è dovuto allo sviluppo di una forza attiva antigravitazionale. Tale forza è sviluppata, come in tutto il resto del corpo, dal tessuto muscolare e fasciale. Ha quindi identificato i muscoli intrinseci della pianta del piede responsabili del mantenimento delle arcate ossee normali in ortostatismo.

*Ha definito tali strutture “la catena statica della pianta del piede”, formata da :

a-flessore corto dell’alluce/adduttore dell’alluce/flessore corto del quinto dito-   

            responsabili del mantenimento dell’arcata anteriore trasversa   

b-flessore corto dell’alluce/abduttore dell’alluce/cuneo mediale-

            responsabili del mantenimento dell’arcata longitudinale mediale

c-flessore corto del quinto dito/abduttore del quinto dito/cuneo laterale-

            responsabili del mantenimento dell’arcata longitudinale laterale.

*Partecipa inoltre alla funzione statica tutto il tessuto fasciale: aponeurosi plantari, capsule articolari e tutto il sistema achilleo-calcaneare. Come vedete le stesse strutture che compongono la pompa plantare.

*Il piede, quindi, fa parte integrante di tutto l’organismo e non va più considerato come un semplice punto di appoggio, ma come un organo recettoriale e vascolare. 

*Solo in presenza di normale elasticità e deformabilità delle sue strutture e delle arcate ossee durante la deambulazione, il piede può svolgere le sue funzioni:

1)come recettore posturale attraverso gli input che invia al Sistema Nervoso Centrale che provengono dagli esterocettori cutanei e dai propriocettori muscolari,tendinei ed articolari;

2)come pompa vascolare che imprime il primo impulso velocimetrico al sangue venoso degli arti inferiori per creare e mantenere la progressione del sangue venoso verso il cuore.

La pompa plantare è l’unica pompa impulso-aspirativa degli arti inferiori che distribuisce, nella sua fase di spinta, il sangue venoso sia al sistema superficiale che profondo; d’altra parte il piede è l’unica struttura del nostro corpo che, durante le fasi dinamiche della marcia e della deambulazione, modifica il suo assetto strutturale contemporaneamente in tutti e tre i piani dello spazio , compiendo delle azioni di biomeccanica articolare estremamente complesse.     

*L’approccio diagnostico elaborato dalla Dott.ssa Fusco, si basa sul riconoscimento dei muscoli della catena statica della pianta del piede che sono in ipotono. Utilizza per tale diagnosi il Dinamometro KS, capace di misurare il lavoro muscolare espresso come Spostamento X Resistenza. Applicando una resistenza fissa ai vari muscoli, là dove si verifica un minore spostamento si riconosce il muscolo in ipotono; ne scaturisce un grafico che corrisponde al “mappaggio funzionale” della pianta del piede.

*Per la valutazione delle alterazioni posturali, invece, la Dott.ssa Fusco esegue una rilevazione tridimensionale su bacino e colonna mediante una macchina Formetric, capace di evidenziare anche i gradi di torsione dei vari segmenti del corpo ed addirittura di ogni singola vertebra.

*Utilizza anche la pedana stabilometrica, ma solo per lavori statistici.

*Per intervenire sui muscoli della pianta del piede trovati in ipotono, la Dott.ssa Fusco ha ideato i plantari estero-propriocettivi ad azione neuro-bio-meccanica capaci di esercitare selettivamente sui muscoli ipotonici una stimolazione fibro-elastica e riportare alla normalità sia il tono del muscolo, che le informazioni recettoriali provenienti da questo.

*Tra i risultati terapeutici, voglio mostrarvi due casi clinici.

Il primo è una paziente di 60 anni con una vistosa insufficienza venosa superficiale sul margine esterno della gamba. Dopo un mese di sollecitazione della pianta del piede si nota un netto miglioramento dell’insufficienza vascolare.

*Il secondo caso è una paziente di 72 anni con insufficienza venosa superficiale degli arti inferiori ed esiti di ulcere varicose a livello dei malleoli mediali bilateralmente. Dopo un mese di sollecitazione della pianta del piede, si nota sia un migliore allineamento posturale di tutto l’organismo, sia un netto miglioramento del circolo superficiale venoso.

*Abbiamo anche eseguito rilevazioni strumentali flussimetriche con apparecchio “filtrass angio Report della Domed”.

Un primo esperimento è stato condotto durante il 14° Congresso Mondiale di Flebologia tenutosi a Roma nel settembre u.s.Il primo grafico mostra come in un paziente di 57 anni con insufficienza del circolo venoso superficiale nella gamba sinistra, presenti una flussimetria depressa proprio a sinistra, 12.2, mentre a destra presenta una flussimetria ai limiti inferiori della norma, 19.8.

Il grafico n.2 mostra la rilevazione flussimetrica eseguita dopo aver fatto camminare il pz. per 1 minuto su tappeto rotante con sollecitazione della pianta del piede con plantari. Si noti come a sinistra il valore è salito a 18.1 e a destra anche a 34.6.

Il terzo grafico mostra la rilevazione flussimetrica eseguita dopo aver fatto camminare il pz. per 1 minuto su tappeto rotante con calza elastica. Si noti come il valore della flussimetria è migliorato rispetto all’esame di base, ma meno rispetto alla sollecitazione della pianta del piede, i valori registrati sono di 14.2 a sinistra e 39.2 a destra.

L’ultimo grafico mostra l’effetto combinato della stimolazione plantare + elastocompressione. I valori flussimetrici si normalizzano pienamente sia a sinistra, 23.2, che a destra 39.0.   

*La seconda sperimentazione strumentale è stata eseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel dipartimento del Prof.Mancini, con la collaborazione del Dott. Botta e della Dott.ssa Berna.

Nella prima diapositiva mostriamo il caso di una pz. di anni 48. Presentava una lieve insufficienza del circolo venoso superficiale senza insufficienza delle cross safeno-femorali. Lamentava senso di pesantezza alle gambe e crampi notturni. Obiettivamente erano presenti lievi teleangectasie lungo le gambe, bilateralmente.

L’esame flussimetrico eseguito sempre con apparecchio “filtrass angio Report “della Domed, mostrava alla prima rilevazione una flussimetria nei limiti della norma : 28.7 a sinistra e 66.7 a destra.

La rilevazione eseguita dopo aver fatto camminare la pz. con la sollecitazione plantare, evidenzia un netto incremento della flussimetria in tutti e due gli arti: 68.9 a sinistra e 77.3 a destra.

La terza rilevazione è stata eseguita dopo 30 minuti dalla seconda, senza plantari e mantenendo la pz. seduta. Questa evidenzia il mantenimento nel tempo dell’aumento della flussimetria con valori di 59.3 a sinistra e 51.6 a destra.

*Il secondo paziente studiato a Siena era un signore di anni 59 con esiti di tromboflebite alla gamba sinistra, che appariva gonfia, ed insufficienza linfatica alla gamba destra. Usava abitualmente calze elastiche. Le rilevazioni flussimetriche sono state eseguite senza calze elastiche. Il primo esame mostra ridotta flussimetria in tutte e due le gambe, 13.7 a sinistra e 9.9 a destra, da notare anche il valore della circonferenza delle gambe che risultava, a questa prima rilevazione 406mm a sinistra e 413mm a destra.

La rilevazione eseguita dopo aver fatto camminare il pz. con la sollecitazione plantare, evidenzia un netto incremento della flussimetria in tutti e due gli arti: 24.8 a sinistra e 28.1 a destra, la circonferenza delle gambe subisce una notevole modificazione, 326mm a sinistra e 415mm a destra.

La terza rilevazione è stata eseguita dopo 30 minuti dalla seconda, senza plantari e mantenendo il pz. seduto. Questa evidenzia il mantenimento nel tempo della riduzione di volume di tutto la gamba sinistra che rimane a 326mm mentre la destra non va oltre i 415mm, la flussimetria invece si riduce nella gamba sinistra a 9.1, rimanendo migliore del valore iniziale a destra 15.6mm.


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